Prospettive

“Acqua, acqua ovunque / nemmeno una goccia da bere”

“La Ballata del Vecchio Marinaio ” è un capolavoro senza tempo. Rifiuto, solitudine, ecocidio, pestilenza … l’allarme lanciato dalla poesia di Coleridge risuona nei secoli fino ai giorni nostri.

The Ancient Mariner Big Read, 40 fra attori, musicisti e scrittori si esibiscono in una lettura collettiva con voci diverse accompagnate da elementi visivi di stile diverso; un’opera d’arte immersiva che riflette la maestosità e l’influenza della poesia di Samuel Taylor Coleridge: rovina, isolamento, solitudine, pentimento e redenzione.

Un uomo condannato a raccontare per sempre la stessa storia diviene a sua volta fautore di un incantesimo, come tutti i bravi narratori. La storia parla di catastrofe e incubo: la solitudine di chi sa di essere rimasto l’ultimo testimone della devastazione; estinzione di massa, foreste in fiamme, mari avvelenati. La solitudine dell’addio al “giardino”, il mondo accogliente e pieno di vita che notiamo sempre troppo tardi. La Ballata è un poema sulla natura che ci dice che dobbiamo prenderci cura della terra perché se non lo facciamo, la natura si ribellerà contro di noi con ira onnipotente e l’orrore sarà il prezzo da pagare per la nostra arroganza.

E anche durante l’orrore, il poema ha una calma cristallina che tocca le corde della sua stessa disperazione. Leggendo “Acqua, acqua, ovunque / Ma nemmeno una goccia da bere” e sapendo quello che sappiamo oggi, è difficile non pensare ai migranti alla deriva su altri mari, viaggi disperati attraverso quegli orrori che troppo spesso facciamo finta di non vedere.

Ma il marinaio è sopravvissuto e ora è con noi; dopo essere passato attraverso la penitenza e la redenzione ha un aspetto così spaventoso e così vera è la storia che racconta, che ci fa sentire a disagio fino al punto di farci indietreggiare. Come nel film The Man Who Fell to Earth, in cui David Bowie è un alieno che giunge ad annunciare il disastro e finisce in manette per mano della CIA.

L’ambasciatore porta pena eccome, sempre.

La poesia parla del senso della vita, dell’amore, del conflitto, delle turbolenze interiori e della pace esteriore. Noi siamo gli invitati al matrimonio e l’albatro attorno al collo del marinaio è un emblema dell’abuso dell’uomo sulla natura. Eppure è nel terrore stesso che potremmo trovare la soluzione, la meravigliosa liberazione di svegliarci e scoprirci salvati.